400 volte lontano da casa vicino a te

L'intervista ad un supporter fanese ad un soffio dalla quattrocentesima trasferta in carriera.

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FanoGranata è felice di presentarvi l’intervista esclusivaDado: supporter granata, fanese DOC ed espertissimo di trasferte. Quella di Padova (domenica 29 gennaio 2017) sarà la sua presenza numero 400 lontano dal “Mancini” affianco all’Alma.

 

Quando è cominciato tutto? Quando è nata in te la voglia di tenere il conto di tutte le trasferte? 

E’ iniziato tutto più di 20 anni fa, era il 19 settembre del 1993, a Civitanova. La voglia di iniziare a contare le trasferte è nata circa 5 anni fa quando un giorno, armato di almanacco, biglietto d’ingresso e album fotografici, mi sono messo alla conta. Non difficile per la verità, dato il fatto che per la maggior parte dei campionati ho fatto tutte le partite fuori casa.

 

Puoi raccontare la trasferta più bella?

Difficile parlare di trasferta più bella perché la più bella per me è sempre la prossima. Se proprio devo ricordare a memoria qua e la … non posso non citare Civitanova nel settembre 1993 che ha rappresentato la rinascita del tifo a Fano … poi da lì le indimenticabili San Donà e Ascoli ai play off a cui sono seguiti anni durissimi per numero e soddisfazioni dal campo. E così, seppur si andava in campi affascinanti come Pisa o Trieste, i numeri erano sempre ristretti, al massimo partivamo con un solo pullman …e spesso nemmeno pieno…

 

Qual’è stata quella più importante a livello di numeri e partecipazione?

Ma… non è mai stato il numero che mi ha affascinato, quanto il divertimento e la compagnia … e così anche trasferte in due o in cinque come Castelfranco emilia o Chioggia o Rovigo delle stagione 2001 sono quelle che ho impresse nel cuore.

 

E la più difficile?

A livello di difficoltà certamente le trasferte sarde di Tempio Pausania, Sassari e Villacidro, o le due volte a Milazzo sono in cima alla lista, ma ben le affiancherei a Vibo Valentia in infrasettimanale, Eboli Melfi … per un girone di ritorno della stagione 11/12 pressoché insignificante. Oppure altro episodio tra i tanti la trasferta a Nocera Inferiore dove nonostante la chiusura del settore ospiti partimmo e venimmo accolti alla grande dai tifosi locali che ci offrirono cibo e gadget prima e dopo la gara … perché posso dire che se rispetti i posti dove vai, il rispetto viene contraccambiato . RISPETTO … proprio quel vocabolo che ho sempre predicato nel mio piccolo e sempre predicherò… e che mi farà stare su quei gradoni finché saprò che ce ne sarà nei nostri confronti.

 

Hai parlato di rispetto. Cosa intendi e cosa ne pensi?

Il rispetto va per il tifoso che hai accanto, ma anche per quello con colori diversi che ti sta di fronte. Il rispetto va per il pullman e per il treno in cui sali che devono essere trattati come se fossero cosa tua. Il rispetto va per la città  e per lo stadio che ti ospita. Far parte dei Panthers vuol dire questo! Essere Panthers Fano è rispettare e essere rispettati, ed è questo che tantissime curve italiane pensano di noi, rispettandoci e parlando di noi come di una tifoseria corretta e con la giusta mentalità.

 

Nel mondo di oggi la parola Ultras viene spesso accostata ad episodi di violenza e disordini. Qual’è la tua opinione a riguardo e cosa vuol dire la parola “trasferta” per un Ultras?

Essere Ultras non è quello che ci raccontano i media. Ultras non è distruggere treni o pullman, ultras non è rubare o danneggiare un autogrill, ultras non è accoltellare la gente o scagliare sassi. Ultras è ben altro! La trasferta è l’essenza dell’ultras, perché è li che i Panthers sono nati e tramandati da generazione a generazione. Essere ultras dei Panthers vuol dire poter scherzare e ridere fianco a fianco, oppure vedersi semplicemente per una chiacchierata durante la settimana. E quando l’Alma perde, il problema non è la sconfitta in sé, quanto la difficoltà nel convincere le persone e i ragazzi a frequentare lo stadio, ma purtroppo la realtà è che molti sono attaccati al divano e agli squadroni di serie A ed è difficile convincerli. Tantissimi già non vengono quando il Fano vince, figuriamoci quando si perde.

 

Ci sono giocatori che ti sono rimasti nel cuore o hai un tuo miglior undici di tutti i tempi preferito?

A dire la verità non ho un vero e proprio undici preferito, ai giocatori non sono mai stato troppo attaccato perché penso che fondamentalmente sia più importante riuscire a sostenere la maglia e portare ovunque il nome dei Panthers. Comunque ricordo con piacere Belletti, Tiberi, Marcucci e in ultimo per attualità Niccolò Gucci … sono quelli che ho sentito più attaccati alla curva e ai nostri colori.

 

#avantialma

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