Su la testa Pescara. Il futuro è bianco-azzurro.

Un'altra avventura nella Nord di Pescara. Semifinale Play-Off di Serie C.

Su la testa Pescara. Il futuro è bianco-azzurro.12 minuti di lettura

Dopo Virtus Verona ed Entella, a Pescara, è il turno del Foggia di Delio Rossi. La rivalità storica tra le piazze e le due tifoserie è viscerale, sentita e palpabile. Nella provincia pescarese non si può di certo parlare di una partita come le altre, anzi, potremmo definire lo scontro tra i bianco-azzurri e i rosso-neri come uno dei “derby” più sentiti di tutto lo stivale, sicuramente uno dei più caldi tra le serie cosiddette “minori”.

L’atmosfera che si vive nella provincia abruzzese è chiaramente quella delle grandi occasioni. La tensione nella settimana che precede la gara è altissima e chiunque abbia avuto a che fare almeno una volta con l’Adriatico non può ignorare l’importanza della partita che si sta per giocare.

Dopo l’articolo scritto un paio di settimane fa, in cui parlavo del mio primo approccio con la tifoseria pescarese (che potete rileggervi qui), la conoscenza di alcuni ragazzi della curva e le emozioni che quel settore è stato in grado di trasmettermi mi hanno avvicinato sensibilmente alla Nord. L’attesa del match in qualche modo crea anche in me, con mia grande sorpresa, una certa aspettativa di vittoria, per una partita e per una promozione che in teoria non mi dovrebbero riguardare.

Vista dalla Curva Nord durante il pre-gara.

Vista dalla Curva Nord durante il pre-gara.

Memore dell’esperienza passata e della difficoltà avuta nel reperire un tagliando per il match contro il Virtus Verona, immagino bene di dover acquistare il biglietto almeno con un paio di giorni d’anticipo. Quindi martedì pomeriggio accedo al mio account Vivaticket per effettuare l’acquisto online e con lo stupore di un ingenuo alle prime armi con la “movida” da stadio, mi accorgo che gran parte dei settori sono già sold-out. Incredibile, mi stupisco di me stesso. Che sciocchezza pensare che gli accessi per un match così importante non venissero presi d’assalto fin dal primo secondo dalla messa in vendita.

Fatto sta che, senza soffermarsi troppo sul perché, ma soprattutto sul come, riesco comunque ad impossessarmi di un bilglietto per la Nord. Quindi, come per la partita contro la squadra veronese, è deciso: torno all’Adriatico, torno in curva Nord. Mi vado a vedere Pescara – Foggia, vado a vedere “La Partita”.

 

Ci troviamo quindi a giovedì pomeriggio 8 giugno 2023. La giornata lavorativa prosegue piuttosto vivacemente, con chi tra i miei colleghi è interessato al tema si parla naturalmente della sfida che comincerà di lì a poco e, durante le brevi pause lavorative, mi raccontano trascorsi e vicissitudini riguardanti Pescara, i pescaresi e i foggiani. Arrivano finalmente le 18:00 e questa volta non mi faccio trovare impreparato: so già che non potrò riuscire a tornare fino a casa, il caldo di questi giorni è prevedibile e per non sbagliare, al mattino, prima di partire per andare in ufficio, butto nello zaino una maglietta, un paio di pantaloni più leggeri e un deodorante per potermi dare una rinfrescata. Oggi potrò essere più presentabile, la serata si preannuncia calda, in tutti i sensi.

Quindi parto e percorro l’asse attrezzato, dove, per la seconda volta durante la settimana, mi faccio sorprendere come fossi un principiante. Una partita con un pubblico da sold-out con più di 20.000 persone previste sugli spalti avrebbe dovuto farmi prevedere che la strada principale di Pescara che porta allo stadio sarebbe stata trafficatissima e così, quasi incredulo, a meno di un’ora dall’inizio del match mi ritrovo imbottigliato in una coda chilometrica.

Vista della tribuna distinti dell'Adriatico.

Vista della tribuna distinti dell’Adriatico.

Per fortuna, grazie alla poca esperienza che ho del territorio, ritrovo comunque le vie lungo la costa dove è più facile parcheggiare e riesco a trovare posto a meno di mezzora dall’inizio della gara.

Arrivo quindi all’entrata del settore poco prima dell’inizio della partita e per questo, con tremenda amarezza, mi trovo costretto a dover rinunciare all’appuntamento che già immaginavo di avere al circoletto Già Sai, là dove la scorsa “avventura” era cominciata.

Non posso farci nulla, devo rassegnarmi, i ragazzi della sezione saranno sicuramente già in curva e la birretta di rito prepartita me la devo fare da solo, in mezzo ad altre centinaia di tifosi, nei bar di fronte alla Curva Nord.

 

Si sottolinei che, per quanto vietata la vendita di bibite alcoliche all’interno dello stadio, al suo esterno è pieno di bar stracolmi di ragazzi e ragazze che, giustamente, hanno la possibilità di brindare calorosamente.

Come loro, e insieme a loro, scaldo il mio pre-gara con un paio di Moretti facendo conoscenza di alcuni tifosi che mi terranno compagnia nei minuti prima del match. A meno di dieci minuti dall’inizio della partita saluto i nuovi amici e mi avvio verso i tornelli, salgo i gradoni e tutto ritorna alla mente. Ci risiamo e nuovamente l’Adriatico mi si ripresenta tirato a lucido, più bello della prima volta, come una ragazza al secondo appuntamento, e io provo un fremito capace di farmi tremare le gambe, un’emozione ancora più forte e vivida rispetto la prima volta. So già cosa mi aspetta, la familiarità che ritrovo in quel luogo mi fa sentire un po’ a casa, nella mia zona di confort. Sono là dove voglio essere nel momento in cui voglio essere e i cori della Nord mi scaldano il cuore come un primo innamoramento.


Faccio pochi passi e raggiungo i ragazzi della sezione; so dove trovarli e tutti mi riconoscono, mi ringraziano per le righe di apprezzamento a loro dedicate nel pezzo precedente e calorosamente, proprio come mi aspettavo, mi riaccettano all’interno del gruppo.

Così comincia la partita in un clima quasi surreale, nel quale, a differenza della partita contro il Virtus Verona, la partecipazione al tifo da parte degli altri settori dello stadio è molto più calda ed accentuata. La Nord, per quasi tutta la durata della partita, grazie ai classici cori di incitamento conosciuti da ogni pescarese appassionato al pallone, riesce a coinvolgere tutti i 20.000 dell’Adriatico che si trasforma quindi in un catino ribollente di tifosi bianco-azzurri indiavolati, uniti in un solo grido capace di far tremare lo stadio.

Scatti della curva Nord a fine primo tempo

Scatti della curva Nord a fine primo tempo

L’andamento della partita galvanizza subito i locali che passano immediatamente in vantaggio grazie ad un gol di Cuppone al secondo minuto del primo tempo, proprio sotto la Nord. La curva esplode in un grido di gioia e da quel episodio i ragazzi del collettivo bianco-azzurro trarranno tutta la benzina necessaria per andare avanti per tutto il resto della partita. Il primo tempo si chiude con i padroni di casa avanti per una rete a zero e le sensazioni sugli spalti sono molto buone.

A fine primo tempo, proprio quando una birra gelata avrebbe rigenerato anima, spirito e corpo dei 4000 stipati nella Nord, ci si deve accontentare di una bottiglietta d’acqua fresca o al massimo di una coca cola, e c’è chi, come me, per principio, preferisce non bere, bestemmiare i legiferanti e continuare a cantare con la gola provata e la maglietta zuppa di sudore.

In questo momento ho l’occasione di conoscere alcuni elementi della curva, nello specifico alcuni esponenti del direttivo degli Tsalagi nelle persone di Vincenzo detto “Il Cobra” e Mario la “Munnez”. Anche loro hanno letto il mio primo articolo e, in maniera del tutto inaspettata, si complimentano e mi ringraziano per aver parlato così bene della realtà pescarese e del proprio tifo. Passo con loro i minuti che separano le due fasi di gioco e nel frattempo mi raccontano molto della loro storia, per raccontare la quale, devo ammetterlo, sarebbe necessario un approfondimento a parte.

Perché riassumere in poche righe la storia della loro sezione sarebbe riduttivo e forse, in qualche modo, irrispettoso. Perché la storia e le vicissitudini di chi ha passato anni in giro per le curve di tutta Italia dovrebbe essere analizzata con attenzione, comprendendo tutte le sfaccettature e sicuramente non è questa la sede opportuna, e io, non posso addentrarmi in dinamiche che riguardano un gruppo storico come quello della Nord bianco-azzurra.

Però una cosa la voglio dire, qualcosa che mi ha profondamente colpito e che ha rappresentato l’ispirazione più romantica della sezione, ovvero che tutto il materiale degli Tsalagi (nome che il popolo Cherooke dava a se stesso nella propria lingua) non è in vendita, nel senso che una sciarpa di questa sezione non la si può comprare alle bancarelle, ma la si deve meritare, tant’è che, come mostratomi con orgoglio, ogni singola sciarpa è numerata e ogni numero corrisponde a una persona fisica a cui è stata affidata. Sciarpa quindi che può essere indossata con fierezza fino a che il gruppo considera la persona che la porta al collo meritevole di tale prestigio.

Panoramica di tutta la Nord.

Panoramica di tutta la Nord.

A questo punto inizia la seconda sezione di gara e, a differenza della prima, la compagine ospite si presenta sul campo molto più presente e padrona del gioco. Il gol segnato e poi annullato al Pescara (sì, per la fase play-off la Lega Calcio ha regalato alla Serie C il “privilegio” del VAR) rappresenta una delle poche emozioni portate dai ragazzi di Zeman, che con fatica, sostenuti dai cori incessanti della Nord, arrivano a mantenere il vantaggio fino al novantasettesimo. Punteggio quindi che premierebbe i giovani rampanti del Boemo se non fosse che una zampata di Rizzo a 40 secondi dalla fine porta la gara sul punteggio di parità, andando a segno proprio sotto la Nord che incredula e sbigottita dal recupero troppo abbondante, vede sfumare il sogno della finale Play-Off proprio quando sembrava finalmente materializzarsi.

 

Devo ammettere che, dopo il pareggio ospite, l’umore dei sostenitori di casa crolla vertiginosamente e nei primi minuti del primo tempo supplementare i capi ultras faticano a rianimare i presenti del settore che però, con orgoglio, spronandosi a vicenda, tornano a cantare più forte di prima. Ed è proprio a questo punto che il Pescara trova nuovamente il vantaggio e Il Maestro, con la squadra visibilmente stanca e sulle gambe, riesce a rimettere la testa avanti ammutolendo tutto il settore ospite e ridonando vitalità ai tutti i sostenitori di casa.

Un altro scatto della Nord

Un altro scatto della Nord

La storia però, si sa, a volte è infame e le pagine più interessanti sono sempre piene di aspettative deluse, cambi di programma, eventi imprevedibili e ribaltoni. Così il Foggia a 5 minuti dal centoventesimo ritrova nuovamente il pareggio destinando il finale di partita alla ingiusta lotteria dei calci di rigore.

 

Il sorteggio indica proprio la Nord come curva sotto la quale si dovrà compiere lo scempio della roulette russa del calcio e sul dischetto, uno ad uno, si presentano i giocatori delle due squadre. L’esito purtroppo è noto. Il Foggia sarà capace di avere maggior freddezza dagli undici metri e, devo ammetterlo, senza troppo demerito, conquista il pass per la finalissima contro il Lecco che sarà decisa in doppia gara di andata e ritorno.

La partita termina quindi nel peggiore dei modi. I ragazzi della sezione Già Sai così come tutti i presenti in curva rimangono ammutoliti, consolati solo dal poter applaudire e i ringraziare tutti i giocatori della rosa che, come di consueto, si avvicinano alla Nord per il saluto di fine gara.

 

Purtroppo oggi parliamo di una sfida terminata nel peggiore nei modi. Il finale, per come è arrivato, lascia l’amaro in bocca a chi sperava in qualcosa di grande ma dopo quello che ho visto nelle mie due uscite all’Adriatico, le sensazioni che questi ragazzi sono stati capaci di regalare a me, completo sconosciuto che prima di qualche settimana fa non sapeva nulla di loro, mi hanno convinto che tutta la curva e tutti i tifosi del Pescara possono essere orgogliosi e felici di rappresentare ciò che ho avuto modo di conoscere, ovvero una realtà che mette le persone al centro di tutto. Pescara, a testa alta, con gli occhi proiettati al futuro, ha tutto il diritto di ritenersi soddisfatta. Perché il buono risiede là dove i sentimenti sono reali, sinceri ed autentici. Quindi poco importa se la stagione condanna a un altro anno di Serie C i ragazzi della Nord. La piazza, il tifo e ogni pescarese continuano a dimostrare di meritare competizioni più prestigiose e sono certo che, un giorno non troppo lontano, il cielo di Pescara rivedrà nuovamente i colori bianco-azzurri tornare dove meritano di stare.

Perché se c’è una cosa che l’universo è in grado di fare è proprio quella di riuscire a rimettere al proprio posto ogni cosa, incastrando perfettamente ogni tassello del puzzle e chi avrà pazienza potrà rivedere i propri sogni prendere vita.

 

Con grande affetto,
grazie di tutto.

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