Nessun maggior dolore: Alma - Piacenza 2 - 4

Nessun maggior dolore: Alma – Piacenza 2 – 42 minuti di lettura

Era la partita di Darione “Tatanka” Hubner che in entrambe le squadre ha lasciato dolcissimi ricordi. «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria», ha scritto un poeta riguardo alle sfortunate vicende amorose di due innamorati delle nostre parti.
Il “tempo dei dolci sospiri” per noi e per la nostra amata Alma sembra essere archiviato ormai da anni. Al Mancini, al cospetto di un Piacenza ai piani alti della classifica, si presenta la nostra “perduta gente”, sconfortata dalle cinque sconfitte consecutive. Il buon momento dei lupi, reduci da quattro risultati utili, ed il nostro essere “in gran tempesta”, cui si aggiunge l’assenza di Viscovo, non fanno ben sperare. Passano 3 minuti e infatti il Fano entra nella “selva oscura”.

Una cosa va però riconosciuta alla prestazione di ieri dei ragazzi: la reazione. Con un paio di belle giocate a centrocampo, proviamo a ridestarci, a uscire dal limbo. Il pareggio di Kanis ci porta in un’altra dimensione. Dopo il paradiso, il purgatorio e… poi di nuovo l’inferno. “Caina attende” noi un minuto dopo il pari, con l’espulsione di Ricciardi, errore di gioventù che però a noi costa la partita.



“Quali colombe dal desio chiamate” gli attaccanti del Piacenza vincono tutte le palle alte e si trovano troppo spesso di fronte alla porta del povero – anche se non sempre incolpevole – Venditti. La nostra discesa agli Inferi conosce un altro moto di orgoglio nella ripresa, quando dopo il golasso di Parlati, il Fano sembra tornare a suonare la carica. Ma è un fuoco di paglia, il definitivo 4 a 2 “condusse noi ad una morte”.
È vero che “amor che nulla amato, amar perdona” ma vedere l’atteggiamento corporeo – non abbiamo sentito le parole esatte pronunciate – stizzito di Mister Fontana, difeso prima dalla partita da un comunicato stampa della società, di fronte ai tifosi ci lasciano “cadere come corpo morto cade”.

Vedere poco dopo lo stesso allenatore allontanare i ragazzi dal saluto alla curva è probabilmente la fotografia più amara di giornata. Nel momento in cui l’unico modo per uscirne da signori sarebbe stato fare un “mea culpa”, il trainer ascolano preferisce invece gonfiare il petto e tagliare i ponti. Poco dopo il Ds Bernardini, chiamato in sala stampa in rappresentanza della parte dirigenziale granata, non si sbilancerà sul futuro dell’allenatore.

Al di là di tutto, noi andiamo avanti. “Ci ha preso dell’Alma il piacer sì forte che come vedi ancor noi ci abbandona”.

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